Vicenza – La nostra è una tra le più virtuose province, in Italia, per quanto riguarda il pagamento della tassa sui rifiuti, piazzandosi al terzo posto. A dirlo è l’analisi di Crif Ratings, condotta sui bilanci dei comuni italiani, che ha analizzato i mancati incassi, su base pro capite relativi, alla tassa rifiuti del 2016, evidenziando le differenze emergenti a livello regionale, provinciale e di città metropolitane. Nella provincia di Vicenza mancano all’appello solo 50 centesimi per cittadino, contro i 149 euro di Roma, che si trova al polo opposto della classifica.
Tra le regioni virtuose si trovano quelle a statuto speciale del Nord Italia (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Val d’Aosta), la Lombardia e il Veneto con mancati incassi pro capite inferiori a dieci euro (ovvero meno dell’4% dell’accertato). Tra le regioni meno virtuose troviamo al primo posto il Lazio dove l’ammanco pro capite è di 121 euro, seguito dalla Sicilia (con 77 euro su un accertato del 38%), mentre al terzo posto si trova la Campania con 63 euro e la Calabria (circa 45 euro).
A livello nazionale, secondo il report di Crif Ratings, ogni anno manca all’appello il 20% dei corrispettivi dovuti, che in altre parole significa che una famiglia italiana su cinque non paga. L’ammanco ha raggiunto 1,8 miliardi di euro nel 2016 e si è attestato mediamente intorno a 1,7 miliardi annui nel triennio 2014-2016.
I dati relativi ai mancati incassi, esposti in modo aggregato su base pro capite, per l’ambito territoriale di riferimento, sono calcolati come differenza accertamenti della Tassa Rifiuti (Tari) e l’ammontare effettivamente riscosso. In generale Crif Ratings rileva che la Tari rappresenta in media circa il 30% del totale delle entrate tributarie e risulta essere il tributo che più si presta a non essere pagato dagli utenti data la natura “quasi universalistica” del servizio. Infatti, risulta difficile discriminare la raccolta per le utenze morose.
Sebbene la base del tributo sia legata al principio del “chi inquina paga” sancito dell’Unione Europea, il corrispettivo dovuto dall’utenza è legato esclusivamente ad elementi che esulano dall’effettivo utilizzo del servizio (ovvero superficie dell’abitazione e numero componenti del nucleo familiare), e pertanto tende ad amplificare le esternalità negative di comportamenti spesso “non etici”. Inoltre, dal punto di vista finanziario, l’applicazione della logica del tributo fa restare in capo ai comuni il rischio di mancata riscossione.
Articolo da VicenzaReport del 21.07.2018
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