Sul GdV ho letto l'ennesimo articolo sui fiumi e torrenti
della zona: sono tutti pieni di erbacce e piante che impediscono lo scorrere
dell'acqua. Tutti si lamentano di tale situazione che in caso di piogge
torrenziali porterà a delle conseguenze catastrofiche. Tutti si lamentano ma
nessuno ha il coraggio di dire la verità. Ci sono disposizioni di legge ferree
che impediscono ai cittadini di poter entrare nei fiumi e tagliare le piante che
crescono. Il famoso decreto Galasso degli anni '90 ha fatto più danni che
un'alluvione nel senso che, se una persona ha il coraggio di tagliare le piante
o prendere dei sassi e della ghiaia si prende una sonora multa. Quando non
c'era tale disposizione durante le piene dei fiumi o durante gli inverni si
andava a togliere le piante dai fiumi o la sabbia: ora ciò non "è più
possibile". Ma siamo diventati tutti matti! Finché ci saranno tali regole,
i fiumi saranno pieni di piante e detriti: negli anni 40/50 ciò non avveniva. La
verità è che se si vuole tornare alla realtà bisogna che i politici abbiano il
coraggio di abolire determinate leggi oppure sarà sempre peggio. Gli
intervistati della disgrazia di Livorno hanno dichiarato che i fiumi e torrenti
devono essere trattati non come discariche ma come luoghi di scorrevolezza
dell'acqua. E poi che dire dei famosi consorzi di bacino: sono dei carrozzoni
inutili che spillano soldi ai cittadini in quanto ciò che si paga serve solo
per mantenerli in vita, consorzi che non tengono conto delle ubicazioni dei
fabbricati esistenti nella zona, per cui ci sono fabbricati nella pianura che
non pagano e fabbricati in cima ad una collina che alcuni pagano altri non
pagano. Tutto questo è la causa dei danni provocati da certi eventi atmosferici
che hanno un nome e cognome ma nessuno vuole fare emergere per i soliti motivi
di opportunità.
Lettera di Filippo Gecchelin (Castelgomberto) al Giornale di Vicenza del 10.10.2017
Lettera di Filippo Gecchelin (Castelgomberto) al Giornale di Vicenza del 10.10.2017
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