Veneto, lo smog ferma un milione di auto dal 1 ottobre: riguarderà anche i veicoli diesel Euro 3


La coda torrida di un’estate che pareva non mollare mal si concilia con il «classico» d’autunno delle limitazioni al traffico per limitare le emissioni di polveri sottili. Eppure, da lunedì primo ottobre, scatteranno ganasce ben più stringenti del solito. Lo stop, infatti, riguarderà anche i veicoli diesel Euro 3, parliamo di mezzi che hanno circa dieci anni. E i numeri ufficiali sentenziano: in Veneto rimarrà in garage un veicolo su tre, precisamente 1 milione e 11.364 auto sul parco circolante complessivo in regione che arriva a quota 3 milioni 104.735 mezzi. A questi si aggiungono i veicoli commerciali per un totale di 1.218.768 mezzi «fuori legge».
Le ordinanze
A firmare le ordinanze che stoppano i veicoli saranno i sindaci che, però, stavolta non ci stanno e bussano alla porta della Regione. Di ieri un documento congiunto di Verona, Belluno, Padova e Rovigo che dice: «Staremo ai patti ma vorremmo che anche Ministero e Regione facciano la loro parte contenuta nell’Accordo per il Bacino Padano siglato lo scorso anno, da una campagna informativa efficace a un vero investimento nel trasporto pubblico passando per la riduzione del bollo per le auto che resteranno ferme». La risposta, imbufalita, arriva dall’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin: «I sindaci si informassero. Per modificare il bollo serve una decisione governativa, ci abbiamo provato con le auto storiche e la Corte Costituzionale ci ha risposto picche. La campagna informativa è in corso, abbiamo finanziato la cartellonistica per i divieti e sono in corso bandi per la rottamazione di vecchie stufe, per l’acquisto di auto a gpl e metano e per il rinnovo dei veicoli commerciali. E su questo incontreremo le associazioni di categoria con l’assessore Roberto Marcato. Infine, l’Accordo prevedeva fondi dal Ministero cui la Regione avrebbe aggiunto i propri ma noi non abbiamo visto un centesimo».
Tema caldo
Come sempre il tema surriscalda gli animi, tanto più alla luce dei paletti che derivano direttamente da quell’Accordo sul Bacino Padano siglato da tutto il Nord Italia soffocato dallo smog nel 2017. Nero su bianco, dal 1 ottobre 2018 al 31 marzo 2019, stop imposto a tutti i veicoli fino all’Euro 3 compreso, «dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18.30 per le autovetture e i veicoli commerciali diesel di categoria inferiore o uguale all’Euro 3». E giusto per non essere impreparati, val la pena ricordare che l’accordo prevede altri giri di vite: stop all’Euro 4 entro il 1 ottobre 2020 e agli Euro 5 entro il 1 ottobre 2025.
Le aree urbane
La buona notizia è che le limitazioni al traffico si applicano «prioritariamente» nelle aree urbane dei comuni con una popolazione superiore a 30.000 abitanti. I dati degli uffici regionali, dedotti dai definitivi Aci 2017, parlano di un 33% del parco autovetture da Euro 0 a Euro 6. A volersi avventurare nella sconfortante lettura dell’ultima relazione sulla qualità dell’aria redatta da Arpav per il 2017 l’impressione è di dover svuotare il mare col proverbiale cucchiaino da the. Impressione rafforzata sfogliando la «Valutazione preliminare degli effetti dei provvedimenti anti smog in Regione». Tradotto, ma la chikane fra divieti al traffico e impianti di riscaldamento, l’impegno congiunto di tutte le città venete che, nell’ultimo decennio hanno abbandonato progressivamente eccezioni e agevolazioni stringendo la morsa sui gas di scarico, serve a qualcosa?
I comuni interessati
I Comuni che da metà ottobre 2017 ad aprile 2018 si sono messi di buzzo buono per fare il possibile sono stati 193. Non si contano le delibere emanate, si va dal divieto di «combustioni all’aperto in ambito agricolo o di cantiere (174 comuni) con il solo salvataggio a furor di popolo dei soli «falò tradizionali» al fermo per lo «spandimento di reflui zootecnici in agricoltura» in 21 comuni (ebbene sì, pure le deiezioni bovine e suine contribuiscono alla qualità dell’aria)oltre, naturalmente, alle limitazioni alla circolazione. Ebbene, i maglioni aggiuntivi guardando la tv la sera e l’autobus anziché l’auto sono serviti davvero?
I controlli dell’aria
Il responso delle centraline Arpav per il controllo dell’aria è impietoso: i giorni critici sono stati da un minimo di 7 nel Veronese a un massimo di 40 nell’agglomerato urbano di Padova e proprio nella sola città del Santo è scattata l’allerta rossa. Si è stimata una riduzione media delle emissioni giornaliere tra il 2,3 e il 9,6% per gli ossidi di azoto. Cifre che, supponendo la piena applicazione del blocco anche agli Euro 3, schizzerebbe al 21,5%. E le famigerate polveri sottili, quel Pm10 e sottilissime, Pm2,5? Nell’ipotesi di piena approvazione del blocco esteso agli Euro 3, potrebbe segnare il giro di boa: -7% per le Pm2.5 e -6,2% per le Pm10.
Martina Zanbon (Corriere del Veneto del 28.09.2018)

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