Verde al posto del rudere e nascono i crediti edilizi. Dalla regione il regolamento attuativo, primo in Italia.
Si potranno acquistare nel registro comunale e utilizzarli per ampliare I
Comuni in un anno dovranno anche decidere quali aree riqualificare.
«Questo è il
nuovo strumento che potrà risultare utile per i Comuni per gestire il futuro
urbanistico. Starà al sindaco avere la capacità di sfruttarlo. Sì, perché gli è
data la possibilità di indicare dove potenziare, quindi ricostruire il
costruito, e dove no. E, soprattutto, questo avverrà ripulendo i paesaggio. In
una parola, aumentando il verde». Francesco Calzavara, presidente della
commissione territorio in consiglio regionale, guarda al lato pratico del
passaggio che si è tenuto ieri al Ferro Fini. Lì la commissione ha dato parere
positivo al regolamento attuativo della legge Veneto 2050, sui crediti da
rinaturalizzazione. Ora il provvedimento torna in Giunta per la definitiva
approvazione. Da quel momento ai Comuni è dato un anno di tempo per organizzare
tutto. Dal 2021 si parte concretamente, primi in Italia.ADDIO RUDERI. Il
meccanismo è semplice. Si parte dal principio fondante la legge Veneto 2050:
non consumare nuovo suolo, ma riqualificare l'esistente. La Regione ha trovato
il mondo di incentivarlo. Come? Con i crediti edilizi. Funziona così. Io
privato possiedo in campagna un rudere che non ha un valore, anzi rappresenta
un costo per la demolizione. Allora chiedo al Comune di iscriverlo nell'elenco
delle proprietà cosiddette "incongruenti". Il Comune farà da
certificatore. Quindi, se darà il via libera, potrò demolire il vecchio e
rinaturalizzare, "permeabilizzare il terreno" dicono gli esperti,
vale a dire mettere a verde. A quel punto il Comune dovrà verificare che ciò
sia stato eseguito. E inserirà la volumetria del rudere che "decolla",
si dice, e finisce nel Registro dei crediti edilizi. Lì possono essere venduti
e acquistati liberamente. Per esempio possono essere acquistati per
"atterrare" per ampliare una ristrutturazione in zone che, appunto,
vengono identificate dal Comune che ha interesse a migliorare una zona
piuttosto che un'altra. Quindi abbatto i 500 metri cubi vecchi e brutti in
periferia e ne costruisco di meno, 325, ma in pieno centro, per
esempio. CRITERI. Definito il meccanismo in legge, serve il regolamento
concreto, con tanto di algoritmo. «Il nodo era dare un valore alle cubature
"in atterraggio" -. spiega Calzavara -. Esempio: si abbatte un'opera
incongruente, per esempio, nella campagna di Jesolo. Ma quei metri cubi che,
per principio stabilito dalla legge, non potranno essere maggiori ma solo
uguali o minori, dove atterrano avranno valori diversi a seconda che servano
per ampliare un appartamento in via Bafile o in centro. Ecco perché la palla
passa ai Comuni che hanno uno strumento in più per valorizzare incentivando
determinate aree dove usare i crediti, piuttosto che altre».
Cristina Giacomuzzo (GdV 17.01.2020)
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